così scrive su facebook un’autrice italiana, evidemente affezionata al fai da te:
“Sono a pagina settantadue del mio settimo libro e improvvisamente capisco perché ascolto con un certo distacco le reazioni degli altri nei confronti di un singolo romanzo: nel tempo, piano piano, sto cercando di raccontare tanti mondi, mondi molto diversi fra loro, c’è chi si sente più vicino a uno e chi a un altro, è naturale. E questo francamente mi inorgoglisce: vuol dire che copro sensibilità lontane, che mi metto in gioco su temi nuovi, insomma che mi sfido e non mi ripeto. Mi annoierei troppo a scrivere sempre le stesse cose, nello stesso modo. Quindi lo faccio per me, prima ancora che per i lettori, perché è bello e sano mettersi in discussione, costi quel che costi. Senza curiosità, senza esperimenti, senza tentativi e dubbi, non c’è letteratura. E non c’è neanche vita, credo.”
per “cantare, suonare, autoriferirsi uno” vedi qui.