il premiato editore triestino calembour (quello di fisime, di nuove fisime, di taccuini al vento, della piccola guida al magazzino dei venti), che ci ha abituati non alla conformità di collana ma a sorprese inannunciate e dosate nel tempo, questa volta si rivolge ai bambini e produce un 20 x 20 con un titolo un po’ ritornello un po’ scioglilingua – nola là noo – che da solo dice tutta l’urgenza contenuta nella storia: il racconto di una gattina sottratta alle grinfie di una malefica vecchiaccia con l’aiuto di un gattone più esperto.
la gattina orfana si crogiola al sole e gioca tutto il giorno con l’amico più grande e più grosso; entrambi fanno riferimento, per la sussistenza, ai narratori, proprietari, nelle loro parole, di una casa “calda e affettuosa”. la casa confina con il bosco, dove vive la signora melmabrut, di cui vengono descritte le caratteristiche fisiche, tutte negative, con la strana incongruenza delle mani “da fatina”, che però nell’illustrazione sembrano proprio artigliacci da strega. e insomma la perfida, che detesta gli animali e l’universo intero, tenta di avvelenare la gatta, ma i suoi piani vengono mandati a monte dal fido gatto augusto e dall’intervento finale della giustizia.
la giustizia, nella sua forma di controllo e punizione, sta al centro di questo racconto, tanto che la quarta di copertina recita “chi finirà in gattabuia?”. arriva la polizia, arriva il giudice. melmabrut viene rinchiusa in cella “perché, dice la legge, è vietato maltrattare gli animali. chi fa del male a un animale, chi lo fa soffrire o chi cerca di avvelenarlo, finisce in gattabuia per un anno” (e a melmabrut va di lusso, poiché in italia la pena prevista dalla legge prevede fino a diciotto mesi e da cinquemila a trentamila euro di multa).
il libro, con testo di sara stulle e illustrazioni (piacevoli e pulite) di guido pezzolato, si compone di trentasei pagine molto ricche di disegni, che perciò stesso non lasciano troppo spazio a una storia articolata. epperò non sarebbe stato inutile scrivere almeno una riga che lasciasse intuire il motivo della perfidia di melmabrut – che peraltro presenta anche tratti depressivi, dato che tende a rinchiudersi in una catapecchia con le finestre sempre chiuse, e ama solo i fiori: in assenza di un minimo di informazioni la figura della signora rimane confinata in un modello di generica cattiveria. la bontà, poi, trionfa attraverso una giustizia in odore di giustizialismo (come se il giudice concludesse la sentenza con un “tiè”), presentata in maniera altrettanto priva di sfumature. i bambini più piccoli, assetati di assoluto, gioiranno senz’altro per la risoluta messa al bando della cattivona del bosco. noi, per calembour, gioiamo sempre, in attesa del prossimo libro.
sara stulle, nola là noo, con illustrazioni di guido pezzolato, calembour, trieste 2017, 10 euro
in vendita sulla botega triestina, su amazon e su altre librerie online. parte dei proventi della vendita del libro sarà devoluta al gattile di trieste
ah, e bentrovati, lettori.