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le flâneries del professor nuvolati (grazie per questo libro)

9788871866642_0_0_1449_75giampaolo nuvolati è professore ordinario di sociologia dell’ambiente e del territorio presso l’università degli studi di milano bicocca, dove insegna sociologia urbana, e ha scritto un libro sul rapporto tra individui, città e bar, notoriamente argomento di grande interesse per mrs. cosedalibri, che ancora sta cercando quello perfetto (il bar, si intende).

“Questo testo nasce da un interesse specifico, e cioè studiare in che misura alcuni luoghi – e in particolare bar e caffè – oggi rispondono alle esigenze di incontro e relazione espresse da tipi differenti di individui che si incrociano in spazi pubblici. […] I caffè, i bar, i pubs, i locali notturni costituiscono le arene privilegiate dove queste relazioni subitanee e improvvisate tra anonimi possono trovare compimento. Tali luoghi sono i teatri della messa in scena della commedia umana (proprio nel senso balzachiano) dove, tra filtri personali, culturali, sociali, tra atteggiamenti naturali o recitati, tra fondali vellutati o malconci, gli attori affrontano l’incertezza e la ricchezza delle relazioni urbane. […]

Le città sono il luogo delle relazioni possibili, a metà tra il desiderio di socievolezza e il rischio dell’incontro o scontro con lo sconosciuto. […] Il ritorno di attenzione nei confronti di una figura come il flâneur di baudelairiana o benjaminiana memoria sta a testimoniare l’aumento di pratiche di vita e rapporto quotidiano con la città fondate tanto sulla solitudine, sulla riflessività – spesso in chiave autoreferenziale – sul rapporto personalizzato con i luoghi, quanto sul considerare questa condizione come un punto di partenza per nuovi incontri e nuove esperienze. Il flâneur è solitario e malinconico, ma ama nello stesso tempo confondersi nella folla; se ne sente diverso, un osservatore esterno, ma non può fare a meno di essa, di immergersi nella moltitudine. Tant’è vero che la figura del flâneur ha sempre trovato collocazione nella città, e ancor più nella metropoli, suo campo privilegiato di perlustrazione. L’indeterminatezza che caratterizza i contesti urbani rende gli stessi simili a deserti dove la sabbia, cioè la moltitudine, cancella le tracce del passaggio del flâneur. Da qui l’elemento dell’anonimato di cui parla Anthony Giddens proprio in relazione alla figura del flâneur. L’anonimato presenta vari aspetti positivi: libertà, difesa dal controllo sociale, condizione per nuove epifanie e avventure, e come tale è fonte di emozioni. Quando poi a incrociarsi sono due persone anonime non solo tra di loro, ma anche rispetto al contesto cui momentaneamente appartengono, l’unione può rivelarsi vertiginosa.”

di seguito il sommario del volume:

Luoghi di incontro

Le folle metropolitane

La solitudine del flâneur

Il milieu urbano

Tracce

Funzioni

Parrocchialismo e cosmopolitismo

Clienti

Capitale sociale in gioco

Le fasi della vita

Dichiarazione di disponibilità

Vetrina della solitudine

Punto di osservazione sul mondo

Chicago

Le abitudini degli italiani

Tipi

Provincia

Periferia

D’élite

Etnico

Quartiere degli uffici

Monumento storico

Movida

— Spiaggia

Stazione

Internet caffè

Posso offrirti da bere?

Bibliografia

Giampaolo Nuvolati, Un caffè tra amici, un whiskey con lo sconosciuto. La funzione dei bar nella metropoli contemporanea, Moretti & Vitali, Bergamo 2016, 16 euro assai ben spesi

c’è qualcosa di molto commovente nella figura del flâneur, né dentro né fuori, svogliato giudice non soggetto al giudizio altrui.

qui trovate l’audio della trasmissione di radio tre “qui comincia…” dedicata al libro.