cose da libri

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albanacco_ william makepeace thackeray

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courtesy sonofthesouth.net

compie oggi 202 anni william makepeace thackeray, autore della Fiera delle vanità. dalla sua opera più nota abbiamo scelto un estratto in cui si parla di libri, che abbiamo fittiziamente intitolato La scelta di Amelia e l’indignazione di sua madre.

Diede mano a tutti i suoi averi per vedere se avesse modo di vender qualcosa e ricavarne quanto necessario per procurare a Georgy il vestito nuovo da lui tanto agognato. Aveva lo scialle indiano che Dobbin le aveva inviato in regalo. Si ricordò che una volta era entrata con sua madre in un negozio di merci indiane in Lufgate Hill, ove le signore avevano agio di acquistare e vendere oggetti del genere. Le guance le si fecero di porpora e gli occhi le balenarono di felicità constatando che poteva sfruttare un simile espediente. La mattina, quando abbracciò Georgy che si accomiatava per andare a scuola, gli sorrise tutta allegra, ed egli ne dedusse che c’era in vista qualcosa di buono.
Avvolse lo scialle in un fazzoletto (anch’esso dono del maggiore), nascose l’involto sotto il mantello, e si avviò a passo concitato lungo il Parco in direzione di Lufgate Hill. Camminava così in fretta, che molti uomini si volsero a guardare quel suo faccino grazioso, dalle gote accese. Mentre camminava, pensava al modo migliore di spendere il ricavato dalla vendita dello scialle: oltre al vestito, avrebbe comperato certi libri che Georgy desiderava ardentemente di avere e avrebbe pagato la retta del secondo semestre della scuola. Inoltre voleva comperare un mantello a suo padre, in sostituzione della vecchia palandrana che ora indossava. Non si era sbagliata reputando che il regalo di Dobbin avesse un notevole valore intrinseco: il negoziante le pagò lo scialle venti ghinee e fece un ottimo affare: l’indumento era splendido, e di finissimo tessuto.
Sorpresa ed emozionata, corse da Darton col suo piccolo patrimonio e comperò Parent’s Assistant di Maria Edgeworth e Sandford and Merton di Thomas Day, che George desiderava avere da tanto tempo; poi, al colmo della felicità, prese una carrozza e fece ritorno a casa col suo pacchetto. Tutta contenta, scrisse sul frontespizio dei due volumi: «A George Osborne, regalo di Natale della sua affezionatissima mamma.» Quei libri esistono tuttora, e recano quella delicata, garbatissima dedica.
Si accingeva a salire nella camera di Georgy, affinché il bambino avesse la sorpresa di trovare i libri quando fosse rientrato da scuola, quando lungo il corridoio s’imbatté in sua madre. Le rilegature dorate dei sette graziosi volumetti attirarono l’attenzione della vecchia signora.
«Cosa sono?» chiese Mrs. Sedley.
«Dei libri per Georgy… glieli avevo promessi per Natale.»
«Libri!» esclamò la vecchia signora al colmo dell’indignazione. «Dunque, qui si comperano libri quando la famiglia non ha da sfamarsi! Libri, quando per mantenere nel lusso te e tuo figlio, e impedire che tuo padre venga rinchiuso in prigione, ho venduto tutto ciò che avevo! Libri quando ho dovuto vendere persino il mio scialle, persino i cucchiai, per risparmiarmi le contumelie dei bottegai e perché Mr. Clapp, che ne ha pieno diritto e non è certo esoso, ma anzi è un uomo per bene con una famiglia da mantenere, potesse riscuotere l’affitto che gli dobbiamo? Oh, Amelia, tu mi spezzi il cuore coi tuoi libri e con quel tuo figlio che stai rovinando solo perché non vuoi separartene! Oh, Amelia, voglia Iddio accordarti un figlio più grato di quello che Lui mi ha dato in sorte! Jos abbandona suo padre, ora che è un povero vecchio. E pensare che Georgy potrebbe esser ricco: c’è chi è disposto a provvedere a lui, a mandarlo
in una scuola degna di un lord, con tanto di catena e di orologio al collo, mentre quel povero vecchio di mio marito non ha un soldo in tasca.» E a queste parole seguirono lacrime e singulti isterici che risuonarono fra le pareti di quella piccola casa, cosicché furono uditi dalle altre donne, che del resto avevano udito ogni sillaba di quello sfogo.
«Mamma, mamma!» rispose la povera Amelia piangendo, «perché non mi avevi detto nulla? Io… io gli avevo promesso i libri e stamattina sono andata a vendere il mio scialle… Prendi, eccoti il denaro… Prendilo tutto.
Con mani tremanti prese le monete d’argento e le sovrane d’oro, le sue preziose sovrane, e le depose tra le mani della madre, dalle quali caddero sulle scale e ruzzolarono giù per i gradini.
Poi Amelia si rifugiò nella sua stanza, ove si lasciò cadere su una sedia, in preda alla più cupa disperazione.

poi, però, il libro leggetelo tutto, ché l’agosto si appressa e il tempo si dilata.