cose da libri

dove si esplorano parole e si va a caccia di idee


7 commenti

cacciatrici, divoratrici e un piccolo mistero

Il cacciatore di aquiloni

Il divoratore

Il libro misterioso

Nel tram numero trentatré, ieri, leggevano solo due donne, entrambe libri che chi scrive non ha letto. Del Cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini mi pare di capire che alla fine l’Occidente salva tutti; del Divoratore di Lorenza Ghinelli riporto l’opinione del popolo sovrano, dal sito di ibs (nessun tipo di editing è stato praticato sui testi):
Marcello Rice (05-04-2011)
Ho appena finito di leggere questo libro! io l’ho trovato bene scritto e la storia fila bene!! l’ho letto molto rapidamente, libro leggero, molto carino! brava l’autrice nelle descrizioni e nello stile di scrittura! a me è piaciuto molto! come sua prima opera promosso con ottimi voti!!!
Voto: 4 / 5

Lamu (13-03-2011)
Stephen King non al suo massimo, ecco cosa mi ricorda questo romanzo. Non da buttare, ma si legge velocemente e altrettanto velocemente si dimentica.
Voto: 2 / 5

roberto (09-03-2011)
Libro letto in una serata (non ci vuole molto di più per leggerlo). Non male come esordio ma, da Fedele Lettore del Re, non posso che confermare quanto detto in altri commenti: Lorenza Ghinelli per me è un’appassionata lettrice di King. E questo non è un male …
Voto: 3 / 5
 

Michele Chiesa (02-03-2011)
Lo ammetto, mi sono lasciato tentare dalle varie “pubblicità” che ho letto sui giornali. Ogni volta mi ripeto di non farlo mai più eppoi ci ricasco…. Non è un brutto libro ma il tam tam mediatico ha fatto si che sembrasse un capolavoro ed invece secondo me è soltanto un misero racconto spudoratamente ispirato ad un qualsiasi Stephen King in scarsa forma….
Voto: 1 / 5

Il libro di Lorenza Ghinelli costa 9,90 euro per 254 pagine, un altro caso di meritoria politica dei prezzi da parte della Newton Compton, punto di forza della casa editrice; ma dato che il libro in questione più che mediocre non pare, è forse preferibile spendere lo stesso numero di eurini per un’altra publicazione dello stesso editore, il Dizionario dei modi di dire della lingua italiana di Paola Sorge: manuali e dizionari favoriscono decisamente la creatività.

Infine, il ragazzo nella metropolitana 3 con un librone Einaudi dalla costa gialla: non potevo proprio spiarne il titolo senza rischiare il linciaggio, ma da ieri il pensiero mi tormenta.


1 Commento

riconoscersi in tram

nel tardo pomeriggio, sulla via di casa a bordo del tram numero trentatré e deliziata per i grandi affari libreschi appena conclusi, ho incontrato due signori con sacchetto del libraccio che guardavano i miei sacchetti del libraccio. io: “libraccio romolo”. loro: “libraccio vittorio veneto”. loro, apprestandosi a scendere: “arrivederci!”. io, felice e gioviale: “arrivederci!”.


3 commenti

con la speranza di rivedere il mattino_memorie di adriano

e no, non lo leggeva per dovere scolastico, questo adolescente non alla moda con deliziosi calzini a righe, perché sul retro della copia di Memorie di Adriano nella quale era beatamente immerso c’era il classico rettangolino Feltrinelli, quello che serve a coprire il prezzo quando si regala un libro. il tutto sul tram numero trentatré.


1 Commento

le mie poppe di donna

Quanto è bello leggere in tram: il percorso oggi era di quelli lunghi, così ho potuto gustare ancora una volta le parole di quel maschiaccio di Lady Macbeth: “Venite, spiriti arbitri dei pensieri di morte: dissessuatemi; e dai piedi alla fronte riempitemi fino al trabocco, della più sorda crudeltà. Fatemi il sangue denso; chiudetemi ogni accesso, ogni tramite  al rimorso; né ritorno di pietà naturale scuota il mio feroce intento né ponga tregua tra quello e l’azione. Eccovi le mie poppe di donna; prendetevi il mio latte per altrettanto fiele, ministri d’assassinio, ovunque siate, invisibili sostanze, per servire ai misfatti della natura. Vieni, notte densa, ammantata nel fumo dell’inferno più compatto; non veda il mio affilato pugnale la ferita che apre: né il cielo scruti attraverso la coltre di tenebra, per gridarmi: ‘No, no!'”.
William Shakespeare, Macbeth, nella traduzione – creativa, elegante, inarrivabile – di Cesare Vico Lodovici, Einaudi, Torino 1964.

immagine courtesy missbimbo.com


7 commenti

asini e confetti

in questi giorni di grande frenesia lavorativa, e col percorso del tram numero due irrimediabilmente cambiato,  mi fermo sul mio mezzo preferito giusto il tempo di abbracciare la platea con uno sguardo nostalgico e, quando va bene, di afferrare un datato free press abbandonato su un sedile.
ed ecco qualche risposta a un sondaggio sulla lettura, pubblicato il 21 gennaio 2011, che ho trovato sul “city”. la domanda era “un italiano su due non legge mai un libro. cosa ne pensate?”, le risposte sono giunte via sms.

1. progressista: “secondo me succede perché c’è internet che è una grande biblioteca”. pejo

2. “forse perché un libro, per l’italianetto, non ha né le forme di un iphone, né quelle di un televisore. signori, non sono per gli asini i confetti”. gillian

3. “nessuno legge libri perché la tecnologia ha avuto il sopravvento!”. paolo e michele

4. “oggi interessa leggere più i link su facebook che un bel libro! si dovrebbero educare da piccoli i bambini a leggere e ad amare i libri!”. cristi

5. “è una bella notizia. io ero molto più pessimista”. vespino

6. sferzante: “chi l’avrebbe mai detto? quando sono in giro, soprattutto in auto, ho sempre l’impressione di essere circondato da letterati”. orso 63

7. letterario: “‘quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice’ (jules renard)”. fantalou

8. “aggiungerei che la metà di quelli che leggono, poi non capiscono quello che hanno letto!”. ame

9. è tutta colpa del cavaliere: “con lo stile di vita e i valori che il berlusconismo ha contribuito a diffondere, leggere è considerato una inutile fatica e perdita di tempo. che ci possiamo aspettare”. lisa

10. prolifica + italiani brava gente: “sono straniera, ho tre figli laureati, uno al liceo e un marito che non ha mai letto un libro. ma è una brava persona”. anonima

11. sbrigativo lombardo: “un libro lo può leggere solo chi non ha niente da fare. un italiano su due ha ben altro da pensare”. anonimo

immagine courtesy dailyfork.com


Lascia un commento

de senectute

in attesa del tram numero 14

sul tram numero 5

intrepide pornoladies sui mezzi pubblici milanesi e in loro attesa, nonostante piova e vento: la sfacciata sul tram non si è peritata nemmeno di ricoprire (magari con la carta da regalo nella quale i suoi nipoti avevano avvolto una scatola di cioccolatini a lei destinata) la copertina di Giobbe Covatta, Sesso fai da te, con grave scandalo degli altri passeggeri; l’impudente in attesa, peggio di peggio, non si schioda da una copia di Stiletto di Harold Robbins (“suspense, erotismo e denaro nel mondo della mafia americana”): come darle torto?


1 Commento

shakespeare for breakfast

mentre aspetto che i fiocchi d’avena si cuociano esamino pigramente la scatola e vedo che i quaker sono prodotti a fife, in scozia, luogo da cui proviene, mi ricordo in quell’attimo, macduff, uno dei thanes (nobili) del macbeth di shakespeare. allora vado a riprendermi il testo e, siccome è una giornata piovosa e cupa, comincio proprio dall’inizio:

PRIMA SCENA       Una radura. Tuoni e lampi.

Entrano tre streghe.

PRIMA STREGA  
Quando ci ritroveremo
Noi tre
In tuono lampo e pioggia?
SECONDA STREGA
Quando la barabuffa sarà finita
E la battaglia vinta e perduta.
TERZA STREGA
Sarà prima del calasole.
PRIMA STREGA
Dove il luogo?
SECONDA STREGA
Sulla landa.
TERZA STREGA
Là, incontro a Macbeth!
PRIMA STREGA
Eccomi, Grisobiso.
SECONDA STREGA
Chiama, la bòdda.
TERZA STREGA
Alé!
TUTTE
Bello è il brutto, il brutto è bello.
Via! Starnazzando per nebbie e miasmi.

Escono.
 …

Macduff, il thane di Fife, ha appena trovato morto il re Duncan:

MACDUFF
Svegliatevi! Svegliatevi! Suonate la campana a martello. Assassinio e tradimento! Banquo e Donalbain! Malcolm! Svegliatevi! Scuotetevi da questo vostro sonno di bambagia, contraffazione della morte; e guardatela in faccia, la morte in persona! Su su a veder l’immagine del Giudizio finale. Malcolm, Banquo! Sorgete come fantasmi dai loro sepolcri e avanzate come ombre per intonarvi a questo orrore! Suonate a doppio la campana!

William Shakespeare, Macbeth, traduzione di Cesare Vico Lodovici, Einaudi, 1964.

dopo una colazione tanto succulenta è l’ora di uscire e, con il cuore ancora sanguinante per l’assenza – ormai da giugno, ormai definitiva – del mio amato tram numero due, mi reco alla metropolitana numero tre, sulla quale, appena salita, noto una ragazza sapientemente disheveled, con unghie decorate in una splendida nuance di verde, che legge proprio un Macbeth da passeggio, nella comoda edizione oscar classici, e tanto basta per confermarmi l’armonia segreta delle cose.


Lascia un commento

eugenetica pop

questa mattina, sul tram numero 33 chi scrive era l’unica lettrice. con me, sul tram, una signora dall’aria malinconica e una coppia padre incravattato-figlio biondo com’era senz’altro il padre da piccolo, entrambi muti e guardanti dritto davanti a sé. scarsamente incoraggiata all’osservazione da codesto deprimentissimo scenario, mi sono dedicata alla mia mazzetta di free press, dove ho avuto invece la possibilità di assistere al farsi del miracolo dell’amore. in uno di questi prodigiosi giornali per gente che ha fretta, infatti, in una pagina pubblicitaria pagata da meeting, agenzia per single, nella colonna “messaggi per lei”, con il codice 364191, si leggeva: “Buongiorno, il mio nome è Gianluca ed ho 44 anni. Sto cercando una donna con la testa sulle spalle, che sia intelligente, romantica e che sappia prendersi cura di un uomo con dolcezza. Contattami presto…” e nella colonna “messaggi per lui”, con il codice 364227: “Sono fedele e sensibile, non superficiale, con la testa sulle spalle, discreta, ottimista, sensibile (dev’essere molto sensibile, n.d.a.), amante della lettura*. Mi chiamo Patrizia, ho 40 anni e sono operatrice socio-sanitaria”.

*Avrà Patrizia consultato, prima di redigere l’annuncio, la Physiologie du mariage di Onorato Balzac?