cose da libri

dove si esplorano parole e si va a caccia di idee


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la poesia normale

c’è julia (chi diavolo è?), c’è john, c’è percy. presenze che si mescolano ad annunci pubblicitari meno nobili e ad avvisi di servizio.

il sindaco avalla, ci sono il british council e altre istituzioni, ma non fanno il baccano che farebbero altri microrganismi con la fascia tricolore appiccicata alla pancia, quelli che si fanno chiamare dottore.

la poesia, nella metro di londra, sta così. strato, con gli altri, delle meravigliose concrezioni che formano la città.


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eccellenti motivi per recarsi a torino

metro_poetry_2017_banneril viandante che dovesse raggiungere torino, e decidere di prendere la metropolitana per recare qualche sollievo ai piedi costretti nei sandali e gonfi per il lungo cammino, potrà dilettare anche lo spirito, ascoltando poesia mentre attende il suo treno. rivolgo da queste pagine un appello ai signori della metropolitana milanese: prendete esempio, eliminate quegli orrendi, chiassosi schermi con le pubblicità e la musica invadente.

metropoetry dura fino al 15 aprile 2017.


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dove in metropolitana si incontra oscar in compagnia di un ragazzo

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img_20160914_181453e questo misterioso ragazzo, di cui si intravede una metà del volto e un capezzolo, legge the portrait of dorian gray nelle edizioni penguin rivestite di tela, i bellissimi penguin classics hardcover, progettati e illustrati da coralie bickford-smith.

è poi di questi giorni la notizia che rupert everett ha cominciato a girare come regista the happy prince, film sugli ultimi giorni del nostro oscar.


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dove la visione di una nuca e di un paio di spalle suscita qualcosa di simile alla tenerezza

img_20160915_201300tra l’uno e l’altro vagone della metropolitana londinese ci sono finestrini che possono essere abbassati in caso di alte temperature interne. questa nuca e questo paio di spalle appartengono a un essere umano che, a giudicare dalla postura, sta leggendo qualcosa.

esposto poiché scoperto alle spalle, in teoria alla mercé di chiunque, è il ritratto rovesciato della calma e della fiducia.


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Milano gioiosa città di libri

Giovedì 16 settembre è stata vigilia di Simchat Torah: come dice un adagio chassidico, “A Simchat Torah gioiamo nella Torah e la Torah gioisce in noi; anche la Torah vuole danzare, così noi diventiamo i piedi danzanti della Torah.”

E mentre eravamo sulla via per i festeggiamenti, prima di arrivare nel luogo in cui avremmo partecipato all’estasi (anche alcolica) di membri della comunità e rabbini (perché, sì, è vero ciò che si vede su YouTube: rabbini folli di gioia che abbracciano con amore i rotoli della Torah e li portano in giro danzando), insomma prima delle serali Hakafot, mentre andavamo a celebrare un libro sul quale studieremo per sempre, Milano si è confermata città di letture itineranti, la Milano città di libri tanto cara al nostro blog, dalla stazione di Cadorna a via Soderini.

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Stazione di Cadorna, sequenza di gentiluomo sulle scale sulle scale con libro non individuato_1

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Stazione di Cadorna, sequenza di gentiluomo sulle scale con libro non individuato_2

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Stazione di Cadorna, sequenza di gentiluomo sulle scale con libro non individuato_3

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Scicchissima lady in blue: Ken Follett, forse Mondo senza fine

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John Grisham, Calico Joe

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Un libro misterioso

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Khaled Hosseini, E l’eco rispose

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Poco prima dell’arrivo alla festa, in via Soderini: i cartoni che si intravedono sono pieni di libri

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Sul cruscotto della macchina “Acquisto libri vecchi”: Cesare Garboli, Penna papers